di Edoardo Napodano
Yachting World Italia – lug 2002
Lucio Carli appartiene ad una delle famiglie più rappresentative di Imperia. Una città a doppia vocazione, esattamente come l’azienda che produce olio d’oliva da cent’anni: terra e mare.
L’Olio Carli, infatti, oltre ad aver fortemente voluto la manifestazione delle Vele d’Epoca ad Imperia – una delle prime del suo genere in Italia – ne è stata uno degli sponsor storici fin dalla pionieristica edizione del 1986.
Chissà se da bambino, quando non esisteva propriamente ancora la categoria mentale delle barche d’epoca, avrebbe mai immaginato di divenire fautore e precursore fondamentale dei raduni di questi superbi yacht, pieni di storia, fulcro di passioni, spesso bizzosi come una bella donna.
Un genere di yacht che “respira” fin da bambino, quando alla dura scuola del padre Marcello, naviga a bordo di Tramontana, un magnifico ketch marconi di 15 metri e 80, varato nel 1947 in Irlanda da Kinners & Son di Cork e divenuto la barca di famiglia dal 1955. Lucio ricorda ancora perfettamente gli esordi: “Mio padre è un marinaio tostissimo e mi portava in mare con qualsiasi tempo e qualsiasi imbarcazione, anche in condizioni impegnative che a me, bambino di 5 anni, sembravano ancor più paurose. Il metodo era un po’ drastico, ma ha dato i suoi frutti”. Comunque Tramontana, la più amata, non è stata l’unica barca dei Carli: “Abbiamo avuto anche un ketch di acciaio che sarebbe dovuto servire a realizzare un grande sogno di mio padre: il giro del mondo. Un sogno incompiuto che in qualche modo ora mi appartiene. E non è detto che in futuro non mi conceda navigazioni oceaniche. Oggi abbiamo un Solaris One, progettato 15 anni fa da Dough Peterson: è un 46 piedi di 15 tonnellate armato a sloop. Un cruiser molto solido e ben costruito”.
Il nostro anfitrione è un pozzo di aneddoti, molto goliardici, delle vecchie edizioni delle Vele d’Epoca ed ama ricordare gli uomini e le tante barche che si sono avvicendate sulle banchine più divertenti e frequentate di questo mondo di appassionati. “Non ho un ruolo fisso a bordo – racconta Lucio – spesso sono al timone, ma mi adatto a qualsiasi circostanza. Mi definirei un uomo di fatica, pronto a salire su tutti i gioielli naviganti che sono passati ad Imperia. Mi piacciono molto Mait ed Escapade, uno yawl bermudiano di Philip Rhodes che partecipò al primo raduno, una barca velocissima che storicamente ha vinto l’impossibile ed anche nell’86 ci aveva stupito tutti.
Un’altra barca legata a piacevoli ricordi è Nina Luisita, un Baglietto di 20 metri del 1932, armato a schooner: elegantissima, stretta e filante, con una grande storia alle spalle e veterana imperiose ai tempi degli armatori Tagliaferri. Anche Puritan – per Carlo Sciarelli la barca più curata del mondo – una vecchia conoscenza nel circuito delle barche d’epoca con i Ferruzzi ed un comandante molto simpatico. L’anno forse più bello, vinsi con Mariella, un magnifico progetto di Alfred Mylne del 1938, che ha avuto un passato burrascoso – addirittura come unità di avvistamento dei velivoli della Luftwaffe durante la II Guerra Mondiale – ed un mirabolante e avventuroso cambio di armatori nel dopoguerra.
Poi ci sono i Sangermani, Eugenia V e Valentina – velocissima, nono posto alla Whitbread Round the World Race del 1977/78 – uno sloop del 1972 a cui sono particolarmente affezionato, appartenuto ad Alemagna. Con Valentina, oltretutto, diversi anni orsono, ho fatto una delle più belle regate della mia vita, arrivando a St. Tropez con 60 nodi di vento ed un fantomatico Giovanni a bordo, che successivamente abbiamo scoperto essere il Soldini nazionale”.
E di navigatori e persone interessanti, eccentriche, Lucio ne ha conosciute davvero tante: una per tutte, il leggendario Eric Tabarly, all’edizione del 1992 con Pen Duick. Un uomo che ha lasciato il segno.
- “Previsioni per settembre?”
- “Quest’anno, malgrado la concomitanza con la Luis Vuitton Cup ad Auckland, avremo comunque più di un centinaio di unità presenti. Come sempre un po’ meglio delle vele d’epoca. Esordiranno il 12 Metri Stazza Internazionale Veruna, uno dei rari aurici con Cintra e Magnolia, varato di recente proprio ad Imperia; ci sarà anche Sonny, restaurata al Cantiere Navale dell’Argentario ed una buona rappresentanza di armatori americani: con War Baby (ocean racer degli anni 70, già Cowes), Marilee e tra gli altri Viheeli, un habitué dell’Antigua Classic Week. La mostra dedicata ad un architetto navale, curata dall’AIVE, con modelli, foto e progetti, sarà dedicata a quattro grandi cantieri storici italiani: Baglietto, Bava, Feltrami e Costaguta. Novità assoluta, la proiezione di tutto il materiale video sulle barche d’epoca, con il Giubileo di Coppa America di Cowes, svoltosi l’agosto scorso”
- “Perché scegliere proprio le Vele d’Epoca di Imperia?”
- “1 è un raduno storico; 2 c’è sempre vento, di mattina Levante e al pomeriggio Ponente, normalmente almeno 15 nodi e spesso abbiamo avuto condizioni toste, 30 e più nodi; 3 a terra esiste un buon supporto logistico; 4 il porto è sicuro; 5 le barche sono tutte insieme, ben concentrate. E poi perché – si sa – ad Imperia c’è un’atmosfera speciale e ci si diverte davvero!”.
Comments are closed.