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Diario (blog)

SALVIAMOLE – rubrica/presidio per il censimento, recupero e la valorizzazione classe IOR e non solo – a cura di Danilo Fabbroni e Guido Crotti

da questa mail appassionata parte da oggi 4 IX 14 una rubrica aperta a tutti gli amanti dei nostri legni IOR… ma perché lesinare: anche pre e post IOR

Buongiorno Signor Napodano,

Condividendo con Danilo la passione per i vecchi IOR e guardando questa foto, pensavo che potrebbe promuovere la divulgazione degli avvistamenti di queste glorie antiche più o meno famose finalizzata al loro recupero e riconversione ad un utilizzo anche più domestico ma in armonia col progetto originale.
Molto spesso (fino ai primi anni ottanta) si trattava di costruzioni di gran pregio. Oggi vengono lasciate morire in piazzali perchè nessuno sa più come muoversi per rimetterle in navigazione e tutti si spaventano davanti all’ aspetto estetico che sovente non corrisponde ad uno stato reale di conservazione di una struttura nata nell’ eccellenza costruttiva dei suoi tempi.
Qualche cantiere in grado di effettuare questi recuperi per fortuna in Italia lo abbiamo, anche se non sappiamo per quanto ancora.
Leggendo in giro mi sembra di capire che nell’ aridità e conformismo progettuale di oggi, anche in Italia gli estimatori di questi disegni siano in crescita pur non possedendone la storia.
Proprio in questo periodo De Cesari sta riportando a nuovo un vecchio sesta in legno di fine anni 70, con tutti i suoi interni (abbastanza simile ad uno Stag 24), e ne sta uscendo un piccolo capolavoro ad un costo che stimo di gran lunga inferiore a quello di un plastichino di seconda mano delle orrende produzioni attuali aldilà che, parere personale, una nautica solida non può continuare fondarsi su una utenza che sceglie barconi da 40/45 piedi incapaci di fare una bolina vera: si, sono soldi che entrano nel giro della nautica ma che con la stessa rapidità vengono anche dirottati su campi da golf o in monolocali al Sestriere.. Il mercato ha fatto “cassetta” per vent’anni, con sponsor da un lato e barconi low-cost dall’altro, snobbando gli appassionati. Ora paga e, mi conceda, è anche giusto che impari la lezione.
So che con lei sto sfondando una porta aperta ma ho colto l’occasione, anche per fare quattro chiacchiere.

Ricorderà senz’altro Rifugio Nuvolao alla TQTC 83 di Trieste vinta da Bottadritta ed alle maggiori regate di quelle stagioni (aveva però la tuga senza finestrini ed una grafica decisamente migliore su scafo color bianco).

Cordialmente
Guido Crotti

Danilo Fabbroni
“La mitica “Ydra” disegnata da Dick Carter e vincitrice della One Ton Cup del 1973 organizzata dall’allora statu nascenti Yacht Club Costa Smeralda senza sede quasi a Porto Cervo: chi l’ha vista? Bellissimo scafo in alluminio dalla mano felice di Abeking & Rasmussen, lo stesso che fece lo “ExtraBeat” di Gianni Agnelli in tempi ben più recenti…
Da notare a prua un ultragiovine Gigio Russo coi calzoni corti!”

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