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Diario (blog)

Rapidi ed invisibili…

di Edoardo Napodano
“Amico del Traditionsarchiv Unterseeboote di Cuxhaven, Germania”

Editoriale NauTech 6 – 2007 novembre

“Mi faccio il sommergibile” devono aver pensato i magnati annoiati dalla consueta e costosa competizione in metri (centinaia), gadget folli e spa leopardate. Sull’onda degli ultimi e opulenti saloni autunnali, avremmo suggerito contro il tedio miliardario anche un nuovo tipo di galea, rimpianta unità a basso impatto ambientale: remi in carbonio per 50 vogatrici reclutate nelle ultime edizioni di Miss Universo, in uniforme rigorosamente tempestata di diamanti, firmata Paco Rabanne. Non meno interessante è la nuova frontiera dello yachting: il mezzo subacqueo. E’ bene fare chiarezza almeno in generale: il sommergibile è un’unità che naviga anche in superficie; il sottomarino quasi esclusivamente sott’acqua; il batiscafo, un battello che può scendere alle massime profondità. Esiste oggi un’offerta diportistica per tutte queste tipologie (da 25 milioni di dollari a 7.000 euro), dal sommergibile abitabile di 36 mt alla “moto sottomarina”, passando per unità intermedie tendenti al sottomarino, anche ed eventualmente per il trasporto di sommozzatori. Questo evoca patrie glorie militari ed è proprio dalla tecnologia militare e dal mondo della ricerca scientifica, finora protagonisti assoluti dell’esplorazione subacquea, che derivano o si rifanno i modelli per gli aspiranti Cousteau. La compagnia statunitense U.S. Submarines ha in catalogo svariati modelli e addirittura in progetto il 65 mt (!) Phoenix dal prezzo stimato in 78 milioni di dollari. Baglio 8 mt, 460 mq di superficie interna, capace di attraversare l’Atlantico a 16 nodi. La propulsione in emersione avviene tramite normali diesel e sottacqua con motori elettrici, ma rispetto ad un sottomarino convenzionale ha però scarsa autonomia: 50 ore a 5 nodi e 6 ore a 10 nodi, con riserva d’ossigeno per 30 giorni (da fermo). La profondità di crociera si aggira intorno ai 300 mt. Il “tender” è un minisottomarino dall’immersione anche oltre 3.000 mt, che serve pure da mezzo di emergenza. C’è poi la GSE trieste (sic) Srl – L&R che sta per sistemi di alaggio e varo di sottomarini per yacht. La società bresciana, con sede a Zingonia, produce da decenni sottomarini professionali civili e militari e propone 2 modelli approvati RINA fino a 12 passeggeri e 12 metri: VAS Scuba ed Exploration, rispettivamente per sommozzatori (che possono uscire ed entrare da una cabina stagna – funge anche da camera di decompressione) e non sommozzatori. L’autonomia è di 8 ore a 165 metri, con 96 ore di emergenza, il 33% in più di quanto richiesto dalle norme internazionali. 50 miglia di autonomia a 3 kn, velocità di superficie 8 kn, corso di formazione alla condotta e manutenzione del mezzo, particolare attenzione agli oblò antidistorsione. Esiste anche il VAS da due persone. Come da due (o anche da un passeggero) sono i modelli olandesi di U-Boat Worx: sembrano dischi volanti di circa 3 metri di diametro, pesano fino a 1.850 kg, raggiungono la profondità massima di 50 mt, la velocità è in ogni caso di 3 kn per un’autonomia di due ore e mezza. Propulsione 3 o 4 motori elettrici da 24 o 36 V a seconda del modello, sia principali che verticali. Prezzo –a Montecarlo a voce- 170.000 euro. Grande possibilità di personalizzazione.
Infine si possono avere a poco prezzo anche delle specie di scooter subacquei –in realtà nulla di così nuovo- a motore elettrico da 5 HP silenzioso e privo di emissioni, con accumulatori ricaricabili anche in 90 minuti. Questi mezzi evocheranno ai meno imberbi lettori i cattivi di James Bond in Thunderball, al soldo dell’inimitabile Adolfo Celi alias Monsieur Largo. Una bella alternativa alle creatrici di risacca, inquinanti e rumorose moto d’acqua! Se poi non doveste avere i mezzi per un sommergibile nuovo, esiste l’usato, per sommergibili, sottomarini da grande profondità, sottomarini turistici: immersione rapida cari lettori!

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