Skip to main content
Diario (blog)

Salviamo lo yacht presidenziale Williamsburg

editoriale Nautech World ott 2013

Per molti anni bloccato a Le Grazie di Portovenere (La Spezia – Italia) dal fallimento del cantiere navale Valdettaro e poi da problemi di smaltimento di amianto, è da circa un decennio ormeggiato nella zona del Muggiano in stato di relitto, con le pompe che lavorano a regime perché non affondi (vox banchina, vox dei). Una nave che per storia e bellezza avrebbe meritato ben altra sorte. Ci vorrebbe un magnate con la passione della storia americana e dello yachting d’antan: trinomio non propriamente diffusissimo. Soldi, cultura e amore delle vere barche. In Italia avremmo molti cantieri di carpenteria navale e artigiani che potrebbero portare a termine un perfetto restauro. La nave si trova già in una zona strategica e ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta tra i cantieri spezzini, genovesi e toscani. Mission impossible? Negli anni Novanta si era arrivati addirittura a trasferire la Williamsburg dagli Stati Uniti fino al piccolo cantiere Valdettaro che in quel periodo stava ristrutturando due navette dislocanti l’Istranka ex Maresciallo Tito e il Pacha di Caroline di Monaco, regalo del marito Casiraghi. Proprio i problemi tecnici e legali con quest’ultima committenza avevano contribuito a portare al fallimento il cantiere, ma se l’ex nave presidenziale jugoslava aveva successivamente terminato il refitting dopo alcuni anni, per l’enorme unità americana sarebbe iniziato un limbo ventennale che ci auguriamo porti al paradiso e non all’inferno.
La “Casa Bianca navigante” che portava in vacanza il presidente Truman, rischia oggi la demolizione.

Informazioni dal web
Costruito, nel 1930, si chiamava Aras, curato nei minimi dettagli per soddisfare le esigenze del magnate dell’industria del legno Hugh Chisholm. Nel 1941 la U.S. Navy lo aveva acquistato e ribattezzato Williamsburg, per la guerra in Atlantico.
Nel 1945 sostituì il Potomac come imbarcazione presidenziale. “Truman amava il Williamsburg, per il clima informale che poteva stabilire a bordo. Lo usava per le sue vacanze, navigando dalla Florida a Bermuda, ma anche per lavoro. Su questo yacht si svolsero alcuni dei vertici col premier britannico Churchill più carichi di conseguenze. Tra una partita a carte qualche sorso di bourbon, i vincitori della Seconda Guerra Mondiale tracciavano le sorti del mondo. Si racconta che a bordo del Williamsburg, infatti, furono decise la strategia della Guerra Fredda, l’avvio del Piano Marshall, la creazione della Nato, la guerra in Corea e l’appoggio alla nascita dello stato di Israele”.
Eisenhower invece si imbarcò una volta sola, poi iniziò la strana storia che ha portato il Williamsburg fino a La Spezia.

in livrea militare

 Download PDF